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LA STORIA DEL DETERSIVO



Le origini della pulizia personale e degli oggetti risalgono all’alba dei tempi quando gli uomini primitivi, avendo capito l’importanza dell’acqua, avevano stabilito i loro insediamenti in prossimità di sorgenti, laghi, ecc. Allora l’acqua fredda costituiva il solo mezzo per garantire la pulizia e una primitiva igiene.

La prima testimonianza dell’esistenza del sapone risale al 2800 a.C. e proviene dagli scavi dell’antica Babilonia. In quella zona fu ritrovato un materiale simile al sapone conservato in cilindri d’argilla che recano incise delle ricette per la preparazione. Il papiro di Ebe (ca. 1500 a.C.) descrive il metodo di produzione del sapone usato dagli Egiziani i quali mescolavano grasso animale o oli vegetali con un sale chiamato “Trona” che veniva raccolto nella valle del Nilo. Anche in Europa esisteva una produzione di sapone effettuata dai Galli e dai Teutoni. I Romani, invece, non erano in grado di produrre il sapone: lo importarono dalle Gallie e lo introdussero come cosmetico. L’importanza dell’uso del sapone divenne presto chiara. Sappiamo che il medico greco Galeno nel secondo secolo dopo Cristo raccomandava l’uso del sapone sia come metodo preventivo di alcune malattie sia per pulire. Già nel settimo secolo la produzione del sapone era un’arte diffusa in tutta Europa ed i produttori, organizzati in corporazioni, ne custodivano gelosamente i segreti. Purtroppo, nel Medio Evo, le condizioni igieniche generali andarono decadendo e questo contribuì alla diffusione di alcune gravi malattie, quali la peste nel 14° secolo. Solo nel 17° secolo, la pulizia e l’abitudine al bagno ritornarono in auge in Europa ed il commercio del sapone divenne così redditizio da spingere nel 1622, il re Giacomo I d’Inghilterra a concedere il monopolio della sua produzione per l’equivalente di 100.000 euro l’anno.

Nei secoli successivi, l’uso del sapone divenne abbastanza comune in tutti gli strati di popolazione.

Per venir incontro a queste richieste, i produttori lavorarono per trovare metodi che ne permettessero la sua produzione su larga scala.

Praticamente, fino alla fine del 19° secolo, il sapone era l’unico detergente con proprietà tensioattive. In aggiunta al sapone, si usavano degli altri ingredienti che apportavano benefici specifici. Ad esempio per il bucato si usava la cenere che aveva un potere sequestrante della durezza dell’acqua dovuta alla presenza di fosforo e soda che contribuivano ad aumentare l’alcalinità delle soluzioni di lavaggio. Per le stoviglie, invece, si usava spesso la sabbia per il suo potere abrasivo. Per avere i prodotti che usiamo oggi dobbiamo, però, arrivare a tempi molto recenti. La storia dei detergenti sintetici inizia solo nel 20° secolo ed è segnata da due gravissimi eventi: le due Guerre Mondiali. Fu proprio la penuria di alcuni materiali fondamentali per la produzione del sapone (i grassi durante la Prima Guerra ed i grassi e l’olio durante la Seconda Guerra) a stimolare la ricerca per trovare alternative sintetiche. Finalmente nel 1946, fu introdotto negli Stati Uniti il primo prodotto per il bucato totalmente “costruito” che conteneva una combinazione di tensioattivi di sintesi e di “sequestranti di durezza”. Da qui è stata aperta la strada allo sviluppo di nuovi prodotti efficaci, facili da usare e sicuri per i consumatori e per l’ambiente. Inizialmente si usavano gli stessi prodotti per le varie applicazioni (bucato, stoviglie, superfici). Poi con il passare degli anni sono state sviluppate delle formulazioni specifiche che davano migliori risultati per quella determinata applicazione.

 

Elisabetta RAMUNDO

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